L’ORIENTAMENTO COGNITIVO
La terapia cognitiva è una forma di intervento psicologico che negli ultimi anni si è imposta come una delle metodologie più valide per il trattamento delle problematiche psicologiche: è limitata nel tempo, è orientata al problema, prevede una concettualizzazione individuale del caso, costruisce abilità per prevenire ricadute.
Le caratteristiche dell’orientamento cognitivo:
- IMPORTANZA DELL’ALLEANZA TERAPEUTICA: Un buon legame con il terapeuta è il miglior predittore per una terapia di successo. L’attaccamento tra terapeuta e paziente è un legame emotivo specifico, nel quale il paziente può sperimentare un senso di sicurezza e fronteggiare le sue esperienze di stress e disagio psicologico.
- LA SCOPERTA GUIDATA: il terapeuta, attraverso compiti di auto-osservazione accompagna il paziente alla scoperta di sé.
- COLLABORAZIONE COOPERATIVA tra psicologo e paziente: il terapeuta conosce la tecnica e pone domande mirate ma il principale esperto di sè è il paziente stesso ed è pertanto tenuto a collaborare in modo attivo. Il paziente e terapeuta sono attivamente impegnati nella comprensione del problema e nella condivisione di obiettivi terapeutici concreti e verificabili.
Gli strumenti di cui si avvale l’orientamento cognitivo:
- il DIALOGO CLINICO che permette l’analisi delle modalità con cui ogni individuo dà significato agli eventi di vita e volto ad aumentare la consapevolezza della persona sui propri meccanismi e schemi.
- TECNICHE COGNITIVO-COMPORTAMENTALI specifiche e orientate direttamente sul sintomo.
LA TERAPIA COGNITIVA CON I BAMBINI
I bambini e gli adolescenti possono presentare, in un determinato momento del loro percorso evolutivo, atteggiamenti e comportamenti che vengono considerati come “sintomi”: essi sono in realtà le strategie più efficaci per ripristinare e/o mantenere la relazione con il genitore di cui i bambini/gli adolescenti dispongono. Il terapeuta cognitivo-costruttivista si avvicina ai membri della famiglia nel tentativo primario di restituire un senso al loro disagio e di orientarli verso modalità di relazione più efficaci e soddisfacenti.
Al bambino/adolescente sono comunicate le attività che verranno intraprese per raggiungere gli obiettivi terapeutici e le attività che serviranno a farlo sentire più sicuro e stabile, per garantirgli un miglior autocontrollo. È fondamentale che il bambino/adolescente si senta al sicuro nella stanza della terapia e che sia protagonista del processo terapeutico.
Il setting terapeutico è strutturato con modalità diverse a seconda delle esigenze: può prevedere momenti di interazione dei genitori con il bambino; percorsi individuali con il bambino; interventi specifici sulla relazione madre-bambino e/o padre-bambino; sedute di parent-training con uno o entrambi i genitori, gruppi psico-educativi. In alcune circostanze, in particolare nel caso di problematiche legate al contesto scolastico, sono previsti anche colloqui con gli insegnanti, previo consenso dei genitori.